testimonianze sulla costruzione dell’identità europea dentro e fuori dai confini dell’Europa
“Identità in viaggio” è un progetto molto speciale: un viaggio virtuale realizzato in 7 tappe per generare con classi di studentə un’opportunità di confronto, sensibilizzazione e apprendimento esperienziale sul tema della ‘differenza‘. Nello specifico, della comprensione di identità con una propria specificità in ambito culturale.
A un racconto diretto, con cui il testimone ha condiviso la propria esperienza con la classe, ha fatto seguito un momento di lavoro pratico e creativo, per stimolare il ruolo attivo dellə studentə ad approfondire le tematiche in un approccio personale e introspettivo.
Il progetto ha affrontato il tema attraverso la creazione di una mappa – allo stesso tempo geografica e narrativa – in grado di restituire e raccontare le diverse rotte nelle quali si articola la complessità (economica, sociale e culturale) dell’esperienza di chi ha costruito e ricostruito la propria identità e del processo di integrazione necessario a ogni identità interculturale.
L’attività si è svolta nel 2021 coinvolgendo 17 classi in diversi istituti di Bologna, e per dare continuità all’iniziativa e renderla facilmente accessibile e riproponibile in autonomia da insegnanti ed educatorə, tutti i materiali sono stati digitalizzati e messi a disposizione su questa pagina e sul canale youtube di Cantieri Meticci.
Identità in Viaggio è un progetto di Cantieri Meticci in collaborazione con Aprimondo, Mosaico di Solidarietà, Next Generation Italy e WUXU, sostenuto dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna.
Interviste
La registrazione dei dialoghi con i testimoni: finestre su identità in viaggio tra Paesi e culture, per allenare la sensibilità all’ascolto dei più giovani.
Tutte le interviste, a cura di Boubacar Dia e Viviana Salvati, sono disponibili anche sul canale youtube di Cantieri Meticci, su Spotify e in versione scaricabile su Podomatic.
A ciascuna è collegato un piccolo spunto di riflessione che l’educatore può utilizzare per innescare una discussione con la propria classe o il proprio gruppo [scaricabili qui].
Intervista a Moussa • Non puoi capire di essere forte finché esserlo non è l’unica scelta che hai
Le conversazioni con lə ospiti di Identità in viaggio forniscono diversi spunti di riflessione da approfondire con le classi: Moussa ci racconta il suo viaggio migratorio dal Mali attraverso la Libia e le ragioni della sua difficile scelta, dando modo di riflettere sulla formazione di un'identità complessa e aperta al mutamento, pronta agli scambi culturali e in continua crescita ed evoluzione.
Intervista a Evelyn • La Terra è, e sempre sarà, dei migranti
Le conversazioni con lə ospiti di Identità in viaggio forniscono diversi spunti di riflessione da approfondire con le classi: il racconto di Evelyn, discendente di un migrante italiano in Brasile, introduce il discorso della massiccia emigrazione dal nostro Paese verso il Brasile e delle sue complesse articolazioni storiche e culturali. L’episodio permette di riflettere insieme sull’attuale narrazione dell'immigrazione verso l'Italia, che forse lascia poco spazio alla memoria dell’emigrazione degli italiani, soprattutto verso il Sudamerica.
Intervista a Quynh Chi • A volte è difficile godere della bellezza ma la bellezza è dappertutto
Le conversazioni con lə ospiti di Identità in viaggio forniscono diversi spunti di riflessione da approfondire con le classi: il racconto di Quynh Chi offre uno sguardo sulla vita in Vietnam e sull'idea che degli italiani hanno in quel paese, a prova del fatto che ogni stereotipo è relativo nasce da un parziale punto di vista su una cultura.
Intervista a Oscar • Non voglio questo per mio figlio
Le conversazioni con lə ospiti di Identità in viaggio forniscono diversi spunti di riflessione da approfondire con le classi: Oscar racconta le contraddizioni di Cuba, tra l’immagine del Paese nel mondo e il quotidiano dei suoi abitanti, dando modo di ragionare sulla differenza tra capitalismo e comunismo e su come questi sistemi economici si riflettono sulla vita della popolazione. Altre due tematiche rilevanti sono il funzionamento della censura e la complessa costruzione dell’identità del migrante con l’avvio di una nuova, seconda vita.
Intervista a Francesca • Non veder riconosciuto il proprio presente
Le conversazioni con lə ospiti di Identità in viaggio forniscono diversi spunti di riflessione da approfondire con le classi: Francesca ci racconta della vita insieme al suo compagno Aboubacar, guineano, alle prese con il processo di regolarizzazione della residenza in Italia. Chi vive un’esperienza migratoria traumatica si ritrova senza documenti: la difficoltà del percorso burocratico ha importanti influenze sulla quotidianità e anche sulla costituzione identitaria della famiglia. Il dialogo permette di riflettere sui confini del rispetto della sfera privata dell’individuo e su come il ‘muro’ burocratico descritto impedisca di vivere una vita dignitosa.
Intervista a Komal • Essere ponte tra una cultura e l’altra
Le conversazioni con lə ospiti di Identità in viaggio forniscono diversi spunti di riflessione da approfondire con le classi: Komal, mediatrice interculturale, ci racconta l’importanza di questa figura professionale nei vari contesti in cui opera - in particolare nell’istituzione scolastica - dando modo di riflettere sulle criticità di certe situazioni in cui si rivela necessario l'intervento di una figura capace di ascoltare e di farsi ponte tra una cultura e un’altra.
Intervista a Fatema • Se non ci mettiamo mai in gioco non potremo mai prenderci gli spazi che ci meritiamo
Le conversazioni con lə ospiti di Identità in viaggio forniscono diversi spunti di riflessione da approfondire con le classi: il racconto di Fatema permette di ragionare insieme allə studentə sulla costruzione di una identità multiculturale, soprattutto in fase preadolescenziale e adolescenziale. Viene analizzato sia il punto di vista interno dell’identità interculturale sia il punto di vista esterno della società in cui lə bambinə cresce, e ciò che questa può fare per evitare che le contraddizioni affrontate dal singolo non impediscano il pieno sviluppo della personalità.
Tutti i nostri laboratori
Scuole Primarie: La matita magica di Malala
target: classi IV e V della Scuola Primaria (8-11 anni)
durata: 2 ore
materiali:
- foto in bianco e nero formato A5 /
- Cartoncino bianco Fabriano
- Lucido trasparente A5
- Pennarelli indelebili colorati
- Scotch carta
- Colla
- Forbici
- Pennarelli normali (facoltativo)
Il laboratorio è ispirato alla storia del Premio Nobel per la Pace 2014 Malala Yousafzai e dalla lettura dell’albo illustrato La matita magica di Malala (Garzanti 2017), in cui la giovane protagonista sogna di avere una matita magica per cambiare la realtà che la circonda. Alla fine scopre di possedere davvero una magia capace di cambiare il mondo: è l’istruzione, che unita al coraggio e alla forza di tante e tanti riesce ad avere la meglio su chi vorrebbe negarla.
attività
nota: consigliamo, se possibile, di far precedere il laboratorio da un incontro con una mediatrice o un mediatore interculturale in grado di approfondire il contesto e i temi della storia letta, ambientata in Pakistan nel 2012. Assieme alla figura incaricata della mediazione la classe può leggere in italiano e urdu la storia di Malala, imparare la pronuncia e la trascrizione in urdu delle parole significative della sua storia Malala, approfondire le tematiche e i contesti della narrazione.
laboratorio artistico
Ad ogni bambino viene distribuita una foto 13x19 cm e un cartoncino bianco 24x33 cm. La foto, in bianco e nero, rappresenta un luogo abbandonato e un pò distrutto. Questa viene per prima cosa attaccata al centro del foglio, e poi analizzata per comprenderne la possibile trasformazione. Infatti, con l’applicazione di un lucido trasparente sopra, al bambino viene chiesto di trasformarla in un luogo più vivo e ospitale.
L'obiettivo del lavoro è quello di pensare ad una situazione data in maniera diversa, a pensare che alcune cose possono cambiare se lo vogliamo, a vedere al di là del confine.
Il disegno infatti non si ferma solo sulla foto ma continua, trasforma anche lo spazio bianco che rimane attorno alla foto, per spingere la creatività a non avere confine.
Come conclusione del lavoro, viene chiesto di dare un titolo all’opera creata, per dargli un senso e una sua leggibilità.
Scuole Secondarie di primo grado • classi II e III : In una valigia il mondo (intervista a Moussa)
target: classi II e II della Scuola Secondaria di primo grado (12-14 anni)
durata: 2 ore
materiali per la parte Teatro:
- un pacco di fiammiferi
- 4 palline
- poesia “Possibilità” di Wislawa Szymborska
materiali per la parte Manuale:
- 1 valigia di cartone per alunno
- ritagli di giornali
- immagini di Paesi diversi
- colla
- forbici
Prima parte: Teatro (1h)
Esercizi teatrali volti alla conoscenza di sé e degli altri e propedeutico per il lavoro manuale successivo.
Cerchio con presentazione di sé tramite gesto e nome, che fa una persona alla volta e poi ripetuto dagli altri
Gioco del fiammifero: presentazione di ognuno (gli interessi, da dove si viene) con la durata massima della fiamma di un fiammifero. Raccontarsi attorno ad un fuoco.
Gioco della pallina: esercizio di concentrazione tramite il lancio di una pallina. L’allievo deve essere attento da chi gli arriva e a chi lancia la pallina, in modo da creare una sequenza che è sempre la stessa. Se la concentrazione lo permette, da una pallina si passa a 2-3-4.
Io preferisco: con la sequenza data dall’esercizio precedente, si legge insieme la poesia “Possibilità” di Wislawa Szymborska. Quando la lettura è terminata, il giro continua mantenendo la struttura della poesia ma chiedendo agli alunni un loro preferisco, lavorando sulla compensazione (preferisco questo a quello)
Seconda parte: Manuale (1h)
Lavoro di collage per dare una forma visiva alla propria identità e conoscere un paese tramite immagini diverse (scelte appositamente e non quelle classiche da agenzia di viaggi). Ad ogni alunno viene data una valigia (simbolica, di cartone) che rappresenta il sé e il proprio mettersi in viaggio.
Interno: la richiesta è quella di rappresentare sé stessi partendo dalla presentazione fatta prima, dai loro “preferisco” ma andando anche un pò più in profondità. Ognuno è libero di esprimersi attraverso lo strumento del collage, senza paura di essere giudicato perché non verrà chiesto una spiegazione/dimostrazione del proprio lavoro. Ragionando sulle identità che ognuno ha, sulle sfaccettature che ci contraddistinguono, in valigia mettiamo gli elementi (anche diversi) che compongono noi stessi.
Esterno: viene distribuita una busta con dentro delle immagini di un determinato Paese, ma senza far sapere subito di che Paese si tratta. I ragazzi devono immaginare di viaggiare attraverso le immagini date (di luoghi, animali, cibi, lavori che si possono potenzialmente incontrare). Le foto viste vengono quindi scelte e incollate fuori, come una carrellata di situazioni viste in questo viaggio. Tra tutte, una in particolare che li colpisce verrà messa all’interno della valigia in quanto piccola esperienza che portano a casa e che diventa parte della loro identità.
Restituzione: piccolo testo scritto di questo viaggio, immaginando di aver attraversato veramente questo Paese cercando di capire di che Paese si tratta (cosa che verrà svelato alla fine).
Scuole Secondarie di primo grado • classi II e III : In una valigia il mondo (intervista a Oscar)
target: classi II e II della Scuola Secondaria di primo grado (12-14 anni)
durata: 2 ore
materiali per la parte Teatro:
- un pacco di fiammiferi
- 4 palline
- poesia “Possibilità” di Wislawa Szymborska
materiali per la parte Manuale:
- 1 valigia di cartone per alunno
- ritagli di giornali
- immagini di Paesi diversi
- colla
- forbici
Prima parte: Teatro (1h)
Esercizi teatrali volti alla conoscenza di sé e degli altri e propedeutico per il lavoro manuale successivo.
Cerchio con presentazione di sé tramite gesto e nome, che fa una persona alla volta e poi ripetuto dagli altri
Gioco del fiammifero: presentazione di ognuno (gli interessi, da dove si viene) con la durata massima della fiamma di un fiammifero. Raccontarsi attorno ad un fuoco.
Gioco della pallina: esercizio di concentrazione tramite il lancio di una pallina. L’allievo deve essere attento da chi gli arriva e a chi lancia la pallina, in modo da creare una sequenza che è sempre la stessa. Se la concentrazione lo permette, da una pallina si passa a 2-3-4.
Io preferisco: con la sequenza data dall’esercizio precedente, si legge insieme la poesia “Possibilità” di Wislawa Szymborska. Quando la lettura è terminata, il giro continua mantenendo la struttura della poesia ma chiedendo agli alunni un loro preferisco, lavorando sulla compensazione (preferisco questo a quello)
Seconda parte: Manuale (1h)
Lavoro di collage per dare una forma visiva alla propria identità e conoscere un paese tramite immagini diverse (scelte appositamente e non quelle classiche da agenzia di viaggi). Ad ogni alunno viene data una valigia (simbolica, di cartone) che rappresenta il sé e il proprio mettersi in viaggio.
Interno: la richiesta è quella di rappresentare sé stessi partendo dalla presentazione fatta prima, dai loro “preferisco” ma andando anche un pò più in profondità. Ognuno è libero di esprimersi attraverso lo strumento del collage, senza paura di essere giudicato perché non verrà chiesto una spiegazione/dimostrazione del proprio lavoro. Ragionando sulle identità che ognuno ha, sulle sfaccettature che ci contraddistinguono, in valigia mettiamo gli elementi (anche diversi) che compongono noi stessi.
Esterno: viene distribuita una busta con dentro 4 immagini di un Paese al momento sconosciuto. La richiesta è quella di mettere a confronto 2 immagini, una ritenuta negativa e una positiva, come se fossero 2 facce della stessa medaglia. L'obiettivo è conoscere un Paese e nel farlo scardinare gli stereotipi che magari si ha dal di fuori, per sentito dire o vedendolo solo come parte di una cartina geografica.
Restituzione: piccolo testo scritto con la motivazione della scelta e scoperta del Paese.
Scuole Secondarie di secondo grado: Identità, sostantivo plurale (intervista a Fatema)
target: Scuola Secondaria di secondo grado
durata: 2 ore
materiali:
- Supporto cartaceo di 100 x 120 cm
- Nastro carta
- Ritagli di riviste
- Colla
- Forbici
- Pennarelli
- Opzionale: torcia, lampada orientabile o proiettore
Attività
Lavoro incentrato sull’identità dei ragazzi, spronarli a tirar fuori ciò che hanno dentro senza giudicarli, tramite un mezzo altro che è il collage. Inoltre, l’importanza delle parole, delle definizioni che ci attribuiscono e che ci inchiodano in una cosa sola mentre ognuno di noi è tanti colori diversi. Dare gli strumenti ai ragazzi di lanciare il proprio grido silenzioso.
Piccola parte introduttiva di dialogo con i ragazzi sulla base dell’intervista ascoltata.
Ragionamento sull’identità, sul lato A (ciò che io sono e che mostro di me) e lato B (ciò che io sono ma non voglio far vedere)
Sagoma: con un foglio grande e una luce proiettata, i ragazzi a coppie vengono invitati a ricalcare l’ombra del compagno per crearne la silhouette, in una posizione a piacere che li rappresenta. In mancanza di una fonte luminosa adeguata basterà porre lo studente davanti al foglio in modo che un altro possa tracciarne il contorno.
Identità: seduti nel proprio banco lavorano con il collage per riempire la propria sagoma di elementi che rappresentano la propria identità. Cosa metto dentro? Dove lo metto? Come si è detto prima c’è un lato A e un lato B: cosa mostro? Cosa nascondo? Importanza anche del luogo scelto per determinate immagini o parole: testa, petto, mani, gola, occhi, etc… In ultimo, pensare anche al fuori, a quello che dicono di noi, a quello che ci arriva..
Libertà: allo studente viene lasciata la libertà di agire senza condizionamenti, l'obiettivo è infatti dar loro uno spazio per esprimersi. In questo caso il viaggio è più introspettivo che esterno o immaginario. Non viene richiesta nessuna spiegazione del proprio lavoro o restituzione finale. Anzi, viene lasciato il lavoro “aperto”, con la sollecitazione di proseguire anche a casa, anche col tempo, andando a incrementare la sagoma così come si nutre la nostra identità.
Scuole Secondarie di secondo grado: Identità, sostantivo plurale (intervista a Moussa)
target: Scuola Secondaria di secondo grado
durata: 2 ore
materiali:
- Supporto cartaceo di 100 x 120 cm
- Nastro carta
- Ritagli di riviste
- Colla
- Forbici
- Pennarelli
- Opzionale: torcia, lampada orientabile o proiettore
Attività
Lavoro incentrato sull’identità dei ragazzi, spronarli a tirar fuori ciò che hanno dentro senza giudicarli, tramite un mezzo altro che è il collage. Inoltre, l’importanza delle parole, delle definizioni che ci attribuiscono e che ci inchiodano in una cosa sola mentre ognuno di noi è tanti colori diversi. Dare gli strumenti ai ragazzi di lanciare il proprio grido silenzioso.
Piccola parte introduttiva di dialogo con i ragazzi sulla base dell’intervista ascoltata.
Ragionamento sull’identità, su ciò che accade fuori e sull'impatto che può avere su ciò che siamo: le esperienze, anche negative, fanno parte di noi e ci possono arricchire. C’è una sorta di attraversamento delle emozioni che arrivano, vengono elaborate e poi restituite. Ma in che modo? Ognuno troverà la sua modalità, ma la cosa importante è esternare.
Sagoma: con un foglio grande e una luce proiettata, i ragazzi a coppie vengono invitati a ricalcare l’ombra del compagno per crearne la silhouette, in una posizione a piacere che li rappresenta. In mancanza di una fonte luminosa adeguata basterà porre lo studente davanti al foglio in modo che un altro possa tracciarne il contorno.
Identità: seduti nel proprio banco lavorano con il collage per riempire la propria sagoma di elementi che rappresentano la propria identità. Cosa metto dentro? E fuori? Importanza anche del luogo scelto per determinate immagini o parole: testa, petto, mani, gola, occhi, etc…
Libertà: allo studente viene lasciata la libertà di agire senza condizionamenti, l'obiettivo è infatti dar loro uno spazio per esprimersi. In questo caso il viaggio è più introspettivo che esterno o immaginario. Non viene richiesta nessuna spiegazione del proprio lavoro o restituzione finale. Anzi, viene lasciato il lavoro “aperto”, con la sollecitazione di proseguire anche a casa, anche col tempo, andando a incrementare la sagoma così come si nutre la nostra identità.